la ballerina e il clown-luci della ribalta 1952
In un’epoca di lustrini e paiette ricordare il grande Chaplin non fa male. Ed è andando a vedere il film “Artist” che mi sono trovata a provare quelle belle emozioni, anche se spesso molto tristi, che il grande Charlot ci lasciava.
Non c’è stata nella mia mente solo un’associazione di colori, anzi di non colori essendo in bianco e nero, o di non parole, essendo muto, ma di trasmissione di sentimento, di valori.
Mentre il film scorreva, in una trama semplice e scontata, mi sentivo attratta dall’espressione dei volti, dalla musica, dall’ambientazione. Quando non sei presa da effetti speciali, colpi di scena roboanti, sfavillii, è l’espressione che ti prende, il messaggio, l’immagine nitida dei personaggi. Cosi “Artist” mi ha dato lo spunto per riflettere, il giorno dopo che Monti aveva illustrato la sua manovra agli italiani, e che Fiorello era stato acclamato come anchorman del vecchio varietà, come a dire guardiamoci indietro, uscita dal cinema mi sono detta “questo film dovrebbero vederlo tutti solo per ricordarsi di essere migliori”. Perché penso che lo abbiamo dimenticato.Facendo un piccolo passo indietro, non certo negli anni venti del bianco e nero o del muto, ma ripescando un po’ di rigore, di sentimento, di fiducia nel domani, credo che vivremo meglio.
di
Martin Luter King Se non puoi essere un pino su un monte
sii una saggina nella valle,
ma sii la migliore piccola saggina sulla sponda del ruscello. Se non puoi essere un albero
sii un cespuglio. Se non puoi essere un’autostrada
sii un sentiero. Se non puoi essere il sole
sii una stella.
Sii sempre il meglio di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere
poi mettiti con passione e realizzalo nella vita.