George Gordon Byron
Il pranzo di Babette – film del 1987
Le feste nella mia famiglia sono sempre state molto rare perchè il lavoro del babbo ,lo portava spesso fuori casa le domeniche, le feste comandate e a volte nei mesi estivi. Noi festeggiamo abitualmente, fin da quando eravamo bambini, i compleanni, il Natale e il Capodanno.
Mia madre collante della famiglia, fino a quando noi figli eravamo piccoli, ha sempre voluto che rispettassimo i pranzi e le cene anche se mancava papà.
La nostra tradizione culinaria trova sempre la sua perfezione nell’unirsi a tavola sia per il compleanno di uno di noi, tradizione che continua anche ora che noi figli siamo adulti e ci sono i nipoti, un incontro fra amici per i tradizionali cenoni.
Henri Matisse – La tavola imbandita (La desserte) – 1897
Siamo semplici non ci piacciono a tavola ghirigori, tipo candelabri o centri tavola ,mio padre è un uomo essenziale ed odia le cose inutili anche a tavola, pure quando gli ospiti sono importanti. Ma mia madre, dando sempre il suo personale tocco, non rinuncia mai alle tovaglie ricamate della nonna, ai sottobicchieri di merletto, ai sottopiatti, cose che in fondo a lui non danno fastidio, ma che abbelliscono la tavola. L’acqua minerale viene sempre versata in due grosse brocche antiche e il cestino del pane in argento lavorato è sempre lo stesso da anni, tramandato dalla nonna materna, come l’oliera.
In questi pranzi il menù più servito sono le tagliatelle fatte in casa con il “Sugo della nonna” (di Napoli) ovviamente avevo due nonne, una di Napoli, materna, e l’altra di Larino, paterna. La ricetta è napoletana, talmente buona che anche i nipoti la richiedono ad ogni festività.
Ingredienti
(circa 6 persone)
1 Cipolla
2 etti di carne di vitella macinata
1 Bottiglia di passata di pomodoro
1 Bicchiere di latte caldo
1 Uovo
2 Cucchiai di formaggio parmigiano
Tagliatelle fatte in casa o pennette piccole lisce
Olio q.b.
Sale q.b.
La ricetta viene così elaborata:
Prendere una padella di 30 cm di diametro, versarci olio extra vergine d’oliva, meglio se quello Biscardi, ricavato dalle olive di Monteleone, nella campagna reatina, e ricoprirne il fondo.
Tagliare a fettine piccolissime una cipolla e versarla nell’olio a rosolare insieme ai 2 etti di carne di vitella macinata. Fare attenzione che non vengano troppo rosolati, quindi girare piano piano.
Aggiungere la bottiglia di passata di pomodoro fatta in casa da Zia Teresa a Larino ,paese natio di mio padre, come tradizione di casa Biscardi. Ogni Settembre ci riunivamo tutti in campagna dalla nonna per fare la salsa, compresi noi bambini, da allora la tradizione continua attraverso la zia, e si usa solo quella salsa, contiene oltre al basilico un po’ di peperone verde, che dà un sapore particolare.
Il pomodoro va aggiunto e girato continuamente come facevano le nostre nonne, instancabili in cucina.
Mentre si gira si riscalda in un bricchetto un bicchiere di latte e si sbatte in un piatto l’uovo con l’aggiunta di due cucchiai di parmigiano, come per fare una frittata, al composto si aggiunge del sale e piano piano si versa il latte e l’uovo nella padella con la carne appena rosolata e lasciata a fuoco lento ,il tutto va girato per alcuni minuti ed ecco pronto il “Sugo della nonna” da versare sulle tagliatelle fatte in casa o su le industriali pennette lisce.
Questo piatto si accompagna molto bene con un secondo di carne arrosto o capretto al forno.
Se si prepara la carne arrosto, secondo la tradizione e l’economia napoletana, al posto dell’olio si mette nella padella il sughetto ricavato dalla sua cottura più saporito e poi si continuano ad aggiungere gli ingredienti come da descrizione.
Questo piatto caratteristica della nostra famiglia da sempre, è una ricetta semplice che soddisfa anche i palati più esigenti, anche io spesso quando ho ospiti la porto in tavola.. aggiungendo però le candele e il centrotavola, regalo della mia mamma.