Loading...

Inseguilo… fino a trovarlo

inseguilo-fino-a-trovarlo-1“Non già nel seguire il sentiero battuto ma nel trovare a tentoni la propria strada, seguirla coraggiosamente, consiste la vera libertà”

Mahatma Gandhi

 

Estate, libertà, campeggio alle Isole Tremiti, con la mia amica Silvia decidiamo che è lì la prima tappa per arrivare alle isole Eolie. Quanti sono gli amori nella vita di una persona? Penso uno perché quello che si prova quando si ama, è ogni volta unico, si ama in modo diverso ad ogni età, ed è sempre interminabile, insostituibile, meraviglioso, intenso, ed ogni fase della vita è un pezzo del puzzle della vita stessa.

Quando il cuore batte forteL’ultima sera nell’isola decidiamo di andare in discoteca, avevamo creato un gruppo di amici, tutti dello stesso campeggio, volevamo vedere l’alba per poi prepararci a partire. Fra le luci caleidoscopiche della discoteca incrocio due occhi verdi. Come un magnete che ti attira mi sono ritrovata davanti a quegli occhi. Cosa ho fatto per loro non l’ho fatto per nessun altro, era l’incoscienza e la libertà della gioventù. Non fu difficile parlarci e neanche ritrovarci in un battibaleno fuori dalla discoteca e passeggiare raccontandosi un po’. Lui era di un paesino vicino a Reggio Emilia, lavorava in una fabbrica di pezzi meccanici per motociclette. Mi abbagliava nella notte, quegli occhi chiari, capelli neri lunghi sulle spalle, un piccolo cerchietto d’oro al lobo destro ed un tatuaggio sul polso. Indossava una camicia fiorata fuori dai jeans. Abbiamo girato tutta l’isola, senza mai avvicinarsi troppo cercando negli occhi la nostra anima e forse anche il perché di quell’incontro. Poi ci fermammo a vedere le stelle fino al sorgere dell’alba, vicini sempre più vicini, fino ad abbracciarsi. Io però dovevo partire, smontare la tenda, fare lo zaino. “Ma perché parti ,rimani ancora almeno un giorno” ..già perché partivo, cosa mi impediva di gustarmi quell’attrazione che dava fremito al mio cuore. Avevo deciso cosi, pensavo che l’avrei rincontrato. La mia amica vedendomi ritornare con lui e fuori ogni senso, mi chiese se fossi sicura di voler partire ,confermai senza capire quale perverso ,per me ,meccanismo stavo mettendo in atto. Scrissi su un biglietto il mio indirizzo della casa al mare ,gli dissi scrivimi , sarei ritornata lì dopo il mio viaggio, ci abbracciamo e baciammo e partii. Sul traghetto ho pianto tutta la traversata avevo il cuore spezzato ,perché avevo fatto quella cavolata? Ovviamente pensai a lui tutto il resto della vacanza, sperando di trovare una cartolina ,un biglietto al mio rientro.
Che bello pensarlo ancora oggi!

Vidi la sua cartolina tornata a casa, sullo scaffale della libreria dell’ingresso, il mio cuore ebbe un sussulto e il mio fiato si fermò in gola. Salutai appena i miei genitori e corsi a prendere quell’oggetto del desiderio. Quando ebbi la cartolina fra le mani cercai subito la firma, Cristian.. e poi leggo le parole, penso ai miei genitori che avevano letto quella frase, leggo la data lo stesso giorno della mia partenza, la cartolina era l’immagine della nostra spiaggia, c’era tanto ma non un indirizzo, non avevo modo di rintracciarlo. Di lui sapevo solo il nome. Ho cercato ovunque possa essere possibile cercare senza l’aiuto di un investigatore privato, avendo il suo viso impresso nella mia mente.Quando il cuore batte forteVado a tutti i concerti dove penso di poterlo trovare, in giro per l’Italia per circa due anni quando un giorno, con Silvia che ormai mi considerava senza recupero, eravamo andate a Bologna al concerto dei Police ed a trovare degli amici, per poi proseguire per Milano dove ci aspettava una festa. Lo sentivo a quel concerto ero certa che c’era ma non l’ho trovato. La mattina dopo prendiamo l’autostrada per Milano, prima dello svincolo per Reggio Emilia un ragazzo faceva l’autostop, Silvia rallenta, ci guardiamo in silenzio e lo facciamo salire, doveva andare a Rubiera, vicino Reggio Emilia, per noi era di strada. Gli chiedo se era stato al concerto a Bologna, lui annuisce, poi gli chiedo se conosce un certo Cristian ,lui annuisce. Gelo, mi si ghiaccia il sangue ,la mia amica mi guarda si gira e lo guarda, io con un minimo di fiato tento una descrizione lui convinto risponde che vivono nello stesso paese.
E così mi ritrovo in un paesino di mille anime sotto casa di Cristian, con un dito incerto e tremante sul nome al citofono. Ma ormai ero lì il cuore batteva fortissimo e la mia mente era inattiva, spingo il pulsante e al sentire la sua voce un vortice intorno a me. Chiedo se e lui, gli dico chi sono lui apre il portone.

Quando il cuore batte forteAdesso non potevo far altro che incontrarlo, dopo due anni di ricerche, di desideri repressi, pensieri continui, convivenza virtuale. Io salgo le scale, lui le scende un grande abbraccio nel momento dell’incontro. Per me era vivere sulle nuvole, non vedevo la realtà in quello che stava succedendo. Parlavo, ma le parole uscivano senza che io capissi cosa stavo dicendo, anche se riuscivo a comprendere cosa diceva lui, almeno in parte. Quell’emozione è stata unica nella mia vita, quello stato incoscenziale, quell’aura di etereo che si appropria di te e l’immobilità che ti rende estranea a quella gioia.

 

 

 

C’è una sola primavera nell’anno, mi dicevo, e una sola giovinezza nella vita: non devo sprecare nulla delle primavere della mia giovinezza.
(da “Memorie di una ragazza perbene” di Simone de Beauvoir)