Carl William Brown
Se non ci fosse Sanremo cosa ci sarebbe? Proviamo ad immaginarlo.
Internet e i giornali tuonano: quest’anno niente Festival di Sanremo, la Rai ha deciso di non trasmetterlo. Meno male!! Non se ne poteva più di tutte quelle notizie sui candidati, vallette, ospiti, compensi. Le polemiche, sempre all’ordine del giorno per creare “rumors” e interesse però ci sono, anzi aumentano. Vespa fa una puntata speciale sul Festival, con tanto di plastico di come sarebbe stata la scenografia, invitando Morandi, la nuova valletta, i cantanti candidati, vertici dell’azienda e politici.
Ma perché Sanremo non c’è quest’anno? La Rai ha deciso che costa troppo, che bisogna tornare ad un certo equilibrio e rigore, è una televisione pubblica e il cittadino paga il canone.
Dopo lo sforo economico di Fiorello, gli alti compensi e i pochi ascolti di Ballando, la tv di stato cambia rotta.
Sulle prime pagine dei giornali, su internet, per radio la prima notizia dopo i fatti di cronaca è su Sanremo, le canzoni sono trasmesse ovunque. Insomma credevamo di poterne fare a meno, ma non ci possiamo liberare del Festival e allora, con meno ascolto, (forse gli italiani sono stanchi di vedere e sentire persone strapagate che parlano o cantano),che festival sia e speriamo sia l’ultimo!!
Quando è nata la televisione ci dicevano che era nata per noi, per informarci, intrattenerci ed educarci (ricordiamo il maestro Manzi con la trasmissione” Non è mai troppo tardi”), poi..
Questo scritto è nell’elemento fuoco, perché il fuoco brucia e rigenera. Vuole essere un invito al cambiamento della tv che non ha più niente da dire.