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Alla Vita

life1“E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo. Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita”

Hermann Hesse – Siddharta

 

Perché una intera pagina del mio blog dedicata alla vita, ai suoi significati, alle sue manifestazioni. Per chi ha letto Siddharta di Hermann Hesse, una parte della spiegazione la trova nelle righe di apertura, l’altra è che stavo perdendo la vita. Avete mai provato a contare un minuto, secondo per secondo, e poi un’ora, minuto per minuto, e un giorno ora per ora?life2Ho capito così, che anche pochi mesi da vivere mi avrebbero dato delle opportunità. Innanzitutto salutare adeguatamente la vita, cercare di dare, là dove credevo di aver dato poco o di non aver dato affatto, annullare i dissapori di anni, e sistemare le cose inconcluse. Io mi chiedo ancora perché quel giorno, da quella sala operatoria sono uscita viva, per me la mia vita poteva finire lì, avevo avuto abbastanza. Ma per chi ci guida, io dovevo ancora dare evidentemente, se sono qui a parlarne, e avrei dovuto anche soffrire molto, proprio perché mi sono salvata. Ho vissuto lo stato della malattia come se non stesse accadendo a me. Tanti anni di analisi, joga e studi orientali, mi hanno aiutata ad estraniarmi dal corpo e concentrarmi sulla mente. Erano circa tre anni che non mi sentivo perfettamente bene, ma si sa, la nostra vita ci provoca stress, e quindi i miei erano sintomi da stress. Non ne ero molto convinta, ed ho cominciato a fare indagini, ad associare i sintomi alle diverse malattie, mi sono convinta di avere qualcosa di grave nonostante i molti medici consultati non vedessero anomalie. Comunque, siccome non sono né allarmista né ipocondriaca, ho continuato a condurre la mia solita vita per altri due anni, e pian piano l’ho pianificata in modo da non farmi trovare impreparata. Tornata da un viaggio in Venezuela, impegnativo, capanne nell’Orinoco, arrampicate alle cascate del Sant’Angel, i saltos della laguna di Canaima, aerei autobus battelli barchette tutto e di più, viaggio dei più belli, sono rientrata a Roma, mi sentivo in forma, come ci si sente dopo una bella avventura, ho ripreso il lavoro, le mie normali attività, e sono andata a Berlino, per tre giorni, dove però mi sono sentita male, con forti dolori.

life3Tornata a casa sono subito entrata in day hospital per un controllo completo, volevo sapere cosa avevo, questa volta i sintomi erano evidenti, non poteva essere stress infatti.. avevo il cancro.

Mi sono operata il giorno dopo, tanto io me lo sentivo ed era inutile aspettare, cercare medici, consulti, quel posto mi piaceva, il caso mi aveva portato li, e non volevo altro. Potevo morire senza soccorsi in Venezuela tra le cascate del Sant’Angel, o nella palafitta tra le scimmiette e i pappagalli dell’Orinoco, ma quella non era la mia ora. Avevo già cominciato a programmare la mia prossima destinazione di viaggio, Galapagos, invece clinica Nostra Signora della Mercede, quindici giorni come in un grand’hotel. Ed io ho fotografato tutto, giorno per giorno, quello era il mio viaggio più importante, quello della vita. Quello delle foto era sempre il momento più allegro per tutti, mi vedevano una paziente un po’ stramba, ma tutti immortalati, medici infermiere, fisioterapisti, suorine, e gli amici che mi venivano a trovare. Ed io ovviamente, uscita dalla sala operatoria(avevo lasciato il compito di fotografo ufficiale dell’evento ad un amico)poi con tutti i tubi, poi con qualcuno in meno, la prima minestrina, la prima foto in piedi, e con il mio uomo, un bel trespolo con la fisiologica attaccata che mi alimentava e mi ha fatto compagnia per una settimana. life4Insomma devo dire che del dramma ho riso, fino al momento di decidere la chemio, se farla o no dipendeva dal responso dell’esame istologico. Il problema era che io avevo deciso che non l’avrei fatta comunque, quindi ho allarmato tutti, e tutti si sono prodigati a cercare di convincermi. Ma anche quello era scritto nel mio destino, era un “border line”, un cancro al limite, estratto completamente. Potevo evitare la chemio, ma controlli strettissimi per cinque anni.life5

Affare fatto vita, ti sfido ! I controlli strettissimi ti costringono a non dimenticare che sei appesa a un filo, quindi il rapporto con te stessa e con il fuori cambia, obbligatoriamente, anche se tu non vuoi pensarci, allora ho cominciato a vivere considerando l’impermanenza della vita, oggi ci siamo, ma per quanto? Cosa programmare e cosa prendere solo per quell’attimo?

Così sono qui a parlare del valore della vita, di come sia importante investirla nel modo giusto, dedicarne un po’ a chi ne ha bisogno. Invece di correre, di rincorre, prendersi delle pause, dei respiri. Alla fine della giornata, del mese, dell’anno ,ci renderemo conto di aver vissuto di più e meglio.

 

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Ed anche l’amore, quello per i figli, il compagno, i genitori, un amore spesso ricavato fra una corsa e l’altra diventa più grande. Questa è la mia esperienza, immagino comune a molte persone, io la racconto perché io da questa storia ho compreso che spesso non si guarda con amore “dentro” la vita.

 

“Alla vita”

di
Nazim Hikmet

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell’al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non é uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio,
le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla é più bello,
più vero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto 
 che a settant’anni, ad esempio,
pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.

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